martedì 17 maggio 2016

Guglielmo da Baskerville, fra semiotica e filosofia


Dovete sapere, miei cari lettori, che Umberto Eco, oltre che aver pubblicato romanzi di successo, ha anche scritto numerosi saggi di semiotica e filosofia.
L'aspetto semiotico del romanzo trapela già dal primo capitolo, quando Guglielmo riesce ad estrapolare interessanti conclusioni solo attraverso l'acuta osservazione di segni e particolari dell'ambiente circostante, intuendo il nome del cavallo ed il luogo in cui si nascose.
Sotto un certo punto di vista ogni romanzo giallo si avvale di essa, poiché ogni ispettore conduce le proprie indagini basando le proprie congetture su indizi e sull'interpretazione di segni lasciati dal criminale (σημεῖον).
La personalità e l'istruzione permettono a Guglielmo di essere un acuto osservatore: egli è per natura curioso; inoltre, lo stretto rapporto che i francescani hanno con la natura, e gli insegnamenti dei suoi maestri empatici (Ruggero Bacone e Guglielmo d'Ockham) fanno di lui un ottimo investigatore.
Abbiamo potuto notare la sua avversione al dogmatismo durante l'ultimo discorso con Jorge, questa potrebbe derivare dal fatto che Ockham fosse un esponente della filosofia scettica e che quindi tendesse a negare la possibilità di una conoscenza o verità che trascende l'esperienza. Il teologo di Oxford sostiene inoltre che la conoscenza fosse solo empirica e che l'intelletto umano dovesse liberarsi delle astrazioni (rasoio di Occam).
Allo stesso tempo Guglielmo si ritiene un fervente ammiratore delle teorie empiristiche di Ruggero Bacone, anch'egli frate francescano e filosofo inglese.
Egli sosteneva che si potesse raggiungere la verità soltanto nell'ambito e nella virtù della matematica.
Sebbene ad una lettura superficiale le due teorie filosofiche possano sembrare molto affini, non è così, infatti, anche Adso, scrivendo a posteriori, non sarà in grado di concepire la convivenza sincretica di queste differenti ideologie in un solo uomo.
La teoria del rasoio sostiene l'inutilità del formulare più ipotesi per spiegare un dato fenomeno, quando quelle iniziali sono sufficienti, tuttavia, ciò assume un nuovo significato se combinato con la sua visione volontaristica, seconda la quale il mondo è stato creato da Dio esclusivamente sulla base della volontà e non della ragione; quindi, ogni tentativo di conoscenza ed indagine della realtà che si basi su un pensiero razionale (come la matematica tanto contemplata da Bacone) perderebbe di senso.
Se voi lettori doveste avere altre opinioni, non esitiate a farmelo sapere.

Ruggero Bacone

Guglielmo d'Ockham (o Occam)

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