martedì 17 maggio 2016

La teoria del caos

La mancanza di un apparente ordine dell'universo ci demoralizza e ci fa sentire privi di senso; anche Guglielmo sperimentò questo stato d'animo, dopo aver finalmente risolto l'arcano.
Lui stesso afferma di essere sconcertato: è riuscito a smascherare il colpevole, ma era convito che i delitti fossero collegati all'Apocalisse di Giovanni e che seguissero il ritmo delle sette trombe evangeliche.
Proprio il fatto di essere riuscito, comunque, a scoprire Jorge, alimenta in lui la consapevolezza della possibilità di raggiungere i propri obiettivi senza la necessità di seguire il percorso “corretto”.
Il frate si rende conto del fatto che gli avvenimenti siano spesso correlati tra loro da nessi non intellegibili all'uomo, che non possono quindi essere conosciuti, per fine o acuta che sia la mente umana.
Questa “teoria del caos” si ricollega alla filosofia scettica di Arcesilao, il quale sostiene che sia impossibile per l'intelletto umano conoscere una realtà che trascenda il mondo sensibile, sebbene non ne neghi l'esistenza.
Questa idea è anche riconducibile alle tesi del già citato Guglielmo d'Occam che sostiene che ogni tentativo, basato sulla razionalità, di conoscere la verità risulta inutile.
Tuttavia, per un empirista come Guglielmo, la dimostrazione di tale teoria gli provoca una profonda delusione e lo rende tristemente consapevole della natura fallace dell'uomo.
Ciò traspare anche dall'ultimo dialogo con l'ispanico , infatti, Guglielmo afferma quasi disilluso:”Sono sconcertato, ecco tutto. Ma non importa. Sono qui.”
Già dalla laconicità delle frasi si delinea uno stato di violento contrasto interiore, analizzando l'ultimo periodo, trapela anche la volontà del francescano di esprimere un dato difficilmente confutabile che costituisce una delle uniche sicurezze che gli sono rimaste.
Il ponte di  Eraclito, Magritte


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