Per iniziare vorrei inquadrare la situazione dell'Italia settentrionale sotto l'aspetto evenemenziale e politico, per comprendere al meglio le complesse dinamiche del romanzo.
Novembre 1327, la Chiesa cattolica ha già subito lo spostamento della propria sede da Roma al sud della Francia da una ventina di anni.
Tutto ebbe inizio quando Filippo IV, detto il Bello, opponendosi alla bolla papale “clericis laicos ”, riuscì ad affermare la propria indipendenza dalla Chiesa di Roma e ad imporre la propria autorità su essa, al punto da rapire il pontefice in carica, Bonifacio VIII.
Il papa aveva riproposto la dottrina teocratica di Innocenzo III e pretese,attraverso il documento citato, che i sovrani non imponessero tasse agli ecclesiastici, previo la scomunica.
Per questo motivo il monarca si oppose al Papa e, dopo aver prevalso con la forza su di lui, fece spostare la sede papale e garantì l'elezione di sette papi francesi, i quali erano praticamente subalterni del re.
Come è noto questo fu un periodo in cui la spiritualità perse importanza a favore ,invece,del lusso e della corruzione: nella curia si vendevano cariche ecclesiastiche ed indulgenze; per questo motivo venne definita ”empia Babilonia” da Francesco Petrarca.
Ora risulta chiara la causa dei contrasti ideologici e dell'incontro fra le due legazioni: i francescani sostenevano tesi pauperistiche le quali,ovviamente, non venivano accettate dei delegati papali.
In questo periodo di confusione, si svilupparono anche alcune dottrine ritenute eretiche, come quella di Fra Dolcino, le quali desideravano ardentemente che la Chiesa operasse una riforma spirituale e che ritornasse alla proprie origini.
La curia papale ,bramosa di mantenere i propri privilegi e ricchezze, decise di servirsi dello strumento dell'Inquisizione per sterminarli e far crescere la paura nei poveri contadini (come Salvatore) che spesso prendevano parte a queste rivolte, non tanto perché erano ferventi cattolici e non erano d'accordo con l'ideologia papale, ma perché venivano convinti da abili oratori e vedevano in queste rivolte occasioni per sfogare la propria rabbia, cresciuta nei confronti di una Chiesa che viveva nel lusso,e per migliorare la propria condizione economico-sociale.
Mentre Bernardo Gui incarna l'aspetto più feroce e rapace dell'Inquisizione, Guglielmo pare, invece, essersi accorto del sottilissimo limite che intercorre fra l'eresia e la corretta dottrina e anche dei motivi reali che sono alla base delle rivolte; è proprio questo il motivo per il quale egli abbandonerà l'incarico da inquisitore.Spero che dopo questa breve precisazione risulti chiaro l'assetto politico, fondamentale per la comprensione del romanzo e degli articoli seguenti.
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| Palazzo papale di Avignone |

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